Home
Chi Siamo
Sciamanesimo
La via maya tolteca
In Viaggio
Contattaci


Acquista Libri, Cd e DVD

Acquista Libri, Cd e DVD Acquista Libri, Cd e DVD
Acquista Libri, Cd e DVD Acquista Libri, Cd e DVD

 

LE RADICI DELLA PROPRIA STORIA PERSONALE
Studio del proprio albero genealogico Incontri individuali

A Grondona (AL)
previo appuntamento

Chi sono? Da dove vengo? Dove sto andando? Perché commetto sempre gli stessi errori? Come posso sciogliere i nodi che hanno creato una prigione intorno al mio cuore?…
Utilizzando gli strumenti della psico-genealogia, attraverso lo studio dell'albero genealogico, portiamo luce e consapevolezza sul piano di vita della persona, sui nodi da sciogliere, sulle difficoltà relazionali e sulle risorse e i talenti che ogni essere può attivare per realizzare il cambiamento in armonia con il proprio cuore.

Per la consulenza, la persona dovrà preparare il proprio albero genealogico con tutte le informazioni che riuscirà a recuperare.

La consulenza è condotta da Alessandra Comneno.

Per informazioni: info@chakaruna.it


GLI ANTENATI: DI CHI PORTI IL DOLORE?

"Di chi porti il dolore?
Mi chiedeva l’anziano curandero che viveva in
una capanna sull’Usumacinta, il fiume dorato che separa la selva del
Chiapas, in Messico, dal Guatemala. Non sapevo cosa rispondere,
dopo tanti anni di esperienze terapeutiche, lavoro su me stessa, rica-
pitolazione, autocoscienza…. Eppure i suoi occhi, come due man-
dorle accese, m’interrogavano e m’invogliavano a questionarmi.
Di chi porto il dolore?
Mi parlava con semplicità, mentre due bambini, a pochi passi da
noi, giocavano a far galleggiare una foglia secca in una pozzanghera.
A volte, cresciamo come una pianta d’appartamento, senza dar fa-
stidio a nessuno, altre volte nell’abbandono come un’erba spontanea
che si sviluppa a suo piacere. Non importa come, ma sempre pren-
diamo una forma, ogni pianta ha una radice nel terreno, è inevitabile,
dalla radice deriva poi la sua esistenza.
Lo ascoltavo concentrata, mi piaceva che sapesse parlare di tutto
questo con tranquillità, amabilmente, ma non potevo negarmi che il
tema che su cui m’invitava a riflettere non era cosa da poco per me.
Il bagaglio dei tuoi antenati ti è consegnato per diritto, o per eredità,
è inscritto in quei codici che accompagneranno i tuoi giorni, è la tua
enciclopedia, il tuo senso di orientamento, la tua storia. Di genera-
zione in generazione i tuoi anziani, i tuoi nonni, i tuoi genitori, ti
hanno passato la conoscenza o l’oblio della conoscenza, hanno fatto
ciò che era in loro potere.
Quella notte, lo scorrere tumultuoso dell’Usumacinta, non mi dava
tregua. Mi giravo e mi rigiravo nel mio sacco a pelo. Io che avevo
viaggiato per tanti chilometri per prendere una distanza, che avevo
lottato con tutte le mie forze per accedere al perdono e per perdo-
narmi intimamente…. Che avevo capovolto il mondo e abbandonato
la mia terra d’origine per cercare un destino diverso da quello che la
mia famiglia aveva progettato per me…

E ora mi sentivo dire che ancora portavo con me quel bagaglio, per-
ché ancora, perché ora?
Solo dopo alcuni anni capii che molte delle mie reazioni nei con-
fronti della vita, che quello che mi piaceva o no, che giudicavo o da
cui prendevo le distanze, fino alle mie più intime abitudini, avevano
a che fare con l’eredità delle mie radici familiari, con l’impronta che
avevo imparato a seguire, con le idee che mi erano state trasmesse,
inzuppate nel caffelatte che bevevo ogni mattina.
Fu solo quando iniziai a sorriderne, quando decisi di trasformare le
mie attitudini, quando abbracciai con dolcezza la consapevolezza che
al distaccarmi non stavo tradendo il passato e nessuna figura che ad
esso apparteneva, ma solo evolvendomi, che feci pace con me stessa.
Scoprii nel tempo di chi portavo la croce, il dolore, l’amarezza, la
paura, come mi diceva Don Felipe, e seppellii l’insana credenza di po-
terle sfuggire andando in giro per il mondo con l’idea di tagliare le
mie radici. Le sue parole fanno ancora eco dentro di me e oggi mi ri-
trovo a invitare le persone a disegnare il proprio albero genealogico.
Insegno loro a scrivere con una penna dorata i nomi degli uomini e
con una penna argentata quello delle donne. Nel gioco della ragnatela
relazionale aiuto a considerare i dettagli, i nomi, ricercare le abitudini,
le leggende che erano state tramandate di bocca in bocca e, come per
magia, il miracolo si compie e le persone piano, piano, trasformano le
paure, i dolori, i fallimenti che hanno naturalmente e involontaria-
mente ereditato.
Illumina la storia della tua famiglia. Essa è seppellita nel tempo,
forse colma d’inganni, di segreti, di ripetizioni attitudinali, di racconti
la cui fine è spesso persa nell’oblio, di destini costruiti a tavolino.
Tutto ciò gravita nel tuo albero genealogico come un incantesimo.
Tocca a te fare luce, evolvere e splendere come un cristallo. Solo al-
lora, nel tempo del ringraziamento, offrirai il pane ai morti sentendoti
in pace. Fallo con dolcezza, non c’è posto per le recriminazioni, per-
dona e trasforma."

Tratto dal libro: Pratiche Sciamaniche - La via della conoscenza silenziosa - A. Comneno e M. Balboni - Anima Ed. 2013






Torna su