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Cos'è lo Sciamanesimo

"Solo come guerriero si può sopravvivere sulla via della conoscenza.
Perché l'arte di un guerriero consiste nel bilanciare il terrore di essere un uomo con la meraviglia di essere un uomo".

Carlos Castaneda

Lo sciamanesimo è per definizione lo studio e la pratica dei principi e delle tecniche degli sciamani, che mettono in relazione la propria Forza Vitale con lo spirito di ogni altro essere o cosa, umani, animali, vegetali, minerali o esseri celestiali.
Il prezzo del progresso sociale e tecnologico che abbiamo vissuto, è stata la definitiva separazione tra l'uomo e la natura. Nell'occidente contemporaneo industrializzato si attua una separazione radicale tra gli enti e gli esseri, tra gli oggetti e le entità viventi.
Per la cultura sciamanica tutto è vivo e personale e noi siamo parte di un cosmo vivente che comprende tutto. La nostra relazione con tutte le case è viva.

Lo sciamanesimo mette in connessione l'individuo con la natura e con altri livelli di esistenza, e così facendo non cerca affatto di manipolare, controllare o sfruttare, ma piuttosto di promuovere una cooperazione e un sostegno attivo, evoluto, di tutte le forme di vita, in un atteggiamento reciproco di autosviluppo e crescita, che è l'evoluzione spirituale.
Lo sciamanesimo non ha nulla a che fare con il cosi detto "sovrannaturale", perché è essenzialmente una attività naturale e olistica; riconosce ogni cosa come un sistema energetico a sé, all'interno di un sistema energetico più grande; ogni piccolo sistema energetico è a sua volta collegato a quello di qualunque altra cosa, sicchè tutto merita lo stesso tipo di rispetto, in quanto ogni elemento ha un suo ruolo nel grande schema cosmico delle cose.
Non è un sistema di credenze perché non propaga alcuna dottrina; non si fonda sulla fede, ma sulla acquisizione di una conoscenza tramite la esperienza. Il concetto di verità per lo sciamano si fonda sulla esperienza personale.

Nello sciamanesimo, non si richiede di superare prove di fede né intellettuali; ci si limita a fare le cose per conoscerle. Per lo sciamano vi è solo la fonte di energia interiore che aspetta di essere risvegliata, e alcune linee guida necessariamente da rispettare per percorrere il sentiero.
Gli sciamani sono in grado di estendere i confini della loro consapevolezza trasferendo la propria coscienza in mondi interiori con tecniche di viaggio spirituale. Egli ha il potere di svolgere certe mansioni viaggiando spiritualmente in un mondo di realtà subconscia "inferiore", e di acquisire ispirazione e conoscenza viaggiando con l'Anima in un mondo di realtà "superiore".
Questi vari mondi coesistono con il mondo fisico ordinario e lo compenetrano, pur rimanendo nascosti agli occhi fisici e alle percezioni sensoriali abituali, in quanto essi esistono in altre dimensioni. Per questo il termine sciamano è stato tradotto anche come chi "cammina tra i mondi".



"Il termine Sciamanesimo è usato, nella nostra cultura, per descrivere
l’insieme di pratiche che permettono all’individuo una modificazione
e un ampliamento dello stato di coscienza tale da consentirgli di en-
trare in contatto con gli spiriti della natura e con l’energia del Cosmo.
Nei quattro angoli della terra, questa eredità è stata custodita e tra-
mandata per generazioni all’interno di nuclei o comunità di tipo tri-
bale ed è riuscita a mantenere una sua propria identità, in un mondo
che va uniformandosi al dominio culturale di una sola razza e di una
precisa ideologia.
La conservazione e la trasmissione di tali conoscenze sono state spesso
favorite e protette dall’isolamento geografico delle comunità stesse, men-
tre, altre volte, hanno fatto pagare un prezzo altissimo a chi le praticava,
in termini di persecuzioni e violenza, fino alla tortura e alla morte.
Nel nostro cammino lungo la spina dorsale Americana, abbiamo co-
nosciuto molti di quelli che oggi sono definiti sciamani. Sono persone
diverse dallo stereotipo dell’immaginario collettivo, uomini e donne
semplici che, come ogni essere umano, gioiscono e soffrono, vivono
conflitti interiori e svolgono con dedizione il loro servizio all’interno
della comunità in cui vivono, aiutando principalmente a ricordare alle
persone che hanno intorno, il naturale collegamento con lo Spirito.   
Le procedure che adottano non sono parte di un sistema dottrinale
e di credenze ma vere e proprie attività che hanno lo scopo di tra-
smettere la conoscenza attraverso la diretta esperienza personale.
Con la pratica, e non attraverso la sua descrizione, l’individuo può
riconnettersi al tessuto della creazione, ritrovare la fonte da cui si era
allontanato e provare quel senso di unità e pienezza che lo cura in
profondità. Non è mai esclusa l’ipotesi di una ricaduta che gli procu-
rerà un nuovo senso di separatezza che lo spingerà, di nuovo, a ricer-
care l’unità… fino ad azzardare a domandarsi: è forse questo il senso
della vita per noi esseri umani?

Le pratiche sciamaniche sono i libri di testo o i ricettari del sapere
degli sciamani e sono trasmessi, in forma di conoscenza silenziosa, ai
loro apprendisti e a tutti coloro che, sfogliandone il contenuto, vi si
immergeranno come nella corrente di un fiume.
Viene naturale chiedersi che cosa può apportare la cultura sciama-
nica, nata e sviluppatasi nelle tribù o nelle piccole comunità, alla so-
cietà globale del terzo millennio. Le risposte possono essere molte.
Una di queste è sicuramente la cura dai grandi mali dell’ultimo se-
colo. Vivere attraverso una coscienza allargata, l’apertura della perce-
zione  ai  campi  espansi  dell’energia  sottile,  aiuta  la  persona  a
recuperare il proprio senso d’integrità, salute, pace e armonia, che
non potrà mai raggiungere permanendo nell’individualismo e nella
trappola ossessiva del proprio ego. Quando l’individuo è separato dalle
forze della natura, quando si esilia e si sottrae al collegamento con il
resto del creato, perde il naturale contatto con la fonte dell’energia da
cui proviene e da cui naturalmente si alimenta. La mancanza del senso
di appartenenza al cosmo e al disegno della vita, lo relega a un senso
di vuoto e di affanno, lo condanna alla dipendenza da tutto quello che
materialmente lo circonda per combattere l’innata paura dell’imper-
manenza e della morte, lo obbliga a nutrirsi, per sopravvivere, del-
l’energia altrui, utilizzando manovre egoistiche e manipolative. In
tale stato, finiscono per trionfare le sensazioni di depressione, impo-
tenza, ansia, paura, infelicità e spasmodici e insaziabili bisogni.

Ecco che lo sciamano, colui che vede nel buio con gli occhi del cuore,
appare come un archetipo moderno, non più così lontano, non
più così leggendario e irraggiungibile, ma quasi un mito dei nostri
giorni, un esempio reale da cui apprendere l’arte di vivere. Una fi-
gura che ci invita a uscire dalla gabbia dorata dalle porte aperte della
nostra società in cui siamo stati educati e modellati.
Allineata a un consenso collettivo, spinta dal desiderio di apparte-
nere a un disegno se pur inventato e costruito per arricchire il proprio
bisogno di potere e di supremazia di una specie sull’altra, di un indi-
viduo sull’altro, l’umanità ha dimenticato l’antico e naturale collega-
mento con la vita stessa.
Il desiderio di libertà, la manifestazione del proprio campo creativo,
l’impulso di uscire dal gregge e il timore che esso stesso provoca, man-
tiene l’essere umano in uno stato di sfiducia e di congelamento emo-
tivo. Come potrà uscire dalla trappola in cui da solo si è messo? Come
sconfiggerà il dubbio di avere nel cuore il potere di attraversare il Mi-
stero? Come recupererà il ricordo di essere parte di un grande Tutto?
Come ritornerà a vivere nella pienezza, nella gioia, trovando lo scopo
dell’esistenza?
Quando inizierà a porsi queste domande, ad abbeverarsi alla fonte
e ad acquietare la mente, almeno temporaneamente, dal suo dialogo
interno, la vita non sarà più la stessa, poiché il cammino dell’espan-
sione della coscienza non prevede ritorno."

Tratto da Pratiche Sciamaniche, la via della conoscenza silenziosa -
A. Comneno e M. Balboni - Anima Ed. 2013


CHE COSA SIGNIFICA LA PAROLA SALK'A?

Sul vocabolario Quechua troviamo la parola Salq’a tradotta come Salvaje (selvaggio) o Loco (pazzo, folle). Dunque via selvaggia o via folle?

Nessuna delle due e entrambe allo stesso tempo Per gli iniziatori del termine Salka, si intende l’energia non addomesticata, energia libera, armonica, governata dalle fonti di natura.
Salka è il serbatoio da cui possiamo attingere la forza o potere personale, non nell’accezione comune di potere basato sul possesso e sull’accumulo, ma un potere che si esprime nella persona come forza magnetica, carisma, intento e che si percepisce come pienezza emotiva e amore.
Una forza capace, per esempio, di sciogliere i blocchi sedimentati a causa di un eccessivo uso di energia addomesticata.
Dal momento della nostra nascita veniamo addomesticati, cioè limitati. Alla nascita un bambino è un "tutto", immaginiamo un cerchio perfetto, ove tutte le possibilità si dispiegano in lui. Ma da subito egli viene educato, ovvero certe parti di lui vengono sacrificate al fine di un miglior adattamento sociale o molto spesso per soddisfare le ambizioni di uno o di entrambi i genitori. In questo processo parte dell’energia originale dell’individuo viene mutilata.
Ai bambini si dicono frasi del tipo “non toccare la terra che ti sporchi !” oppure “non stare lì che c’è troppo vento”.
Ingiunzioni del genere limitano la sua capacità di stabilire un proprio contatto con gli elementi di natura, con l’universo e soprattutto ledono la sua capacità di sentire.
L’obbiettivo della Via Salka è aiutarci a ricordare per ricontattare parti dimenticate e mutilate di noi. Il processo tramite cui un apprendista si inizia alla via non è di apprendimento teorico bensì di ricordo, mentre le pratiche che svolge sono atte a far si che il corpo si apra ai ricordi poiché
nella cultura sciamanica il corpo tutto è sede di memoria, volontà e intuizione.