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02.12.2009
Intervista al Dr.Jorge Carvajal

Il pioniere della Medicina Bioenergetica ci parla di salute, malattia ed emozioni

 Cos’è la malattia?
É un maestro, una opportunità per organizzare un’armonia superiore nella nostra vita, a livello fisico, emotivo, mentale e spirituale.

Cosa si ammala per primo il corpo o l’anima?
L’anima non può ammalarsi, perché è perfetta dentro di te, l’anima evolve, impara. In realtà gran parte delle malattie sono esattamente il contrario: esse manifestano la resistenza del corpo emotivo e mentale all’anima. Quando la nostra personalità resiste alla sfida dell’anima, ci ammaliamo.

Ci sono emozioni che ci ammalano? Quali sono quelle che ci pregiudicano?
Il 70% delle malattie dell’essere umano provengono dal campo della coscienza emotiva. Le malattie spesso provengono dalle emozioni non processate, non espresse o represse. La paura, che è l’assenza dell’amore, è la grande malattia, il comune denominatore della maggioranza delle malattie che viviamo. Quando la paura resta congelata dentro di noi pregiudica i reni, le ghiandole surrenali, le ossa, l’energia vitale e può convertirsi in panico.

Facciamo i forti e non ci occupiamo della nostra salute?
Di eroi sono pieni i cimiteri. Devi aver cura di te. Hai dei limiti non andarci oltre. Devi riconoscere quali sono i tuoi limiti e superarli perchè se non li riconosci potresti distruggere il tuo corpo.

Come ci ammala l’ira?
L’ira è santa, è sacra, è un’emozione positiva perchè ti porta alla autoaffermazione, alla ricerca del tuo territorio, a difendere ciò che è tuo, ciò che è giusto. Ma quando l’ira diventa irritabilità, aggressività, risentimento, odio, si dirige verso di te e inferma il tuo fegato, la digestione, il sistema immunitario.

Invece l’allegria ci aiuta a rimanere sani?
L’allegria è l’emozione più bella perchè è l’emozione dell’innocenza, del cuore ed è la più curativa di tutte, perchè non contrasta nessuna altra emozione. Un pochino di tristezza con l’allegria permette di scrivere poesie. L’allegria mescolata con la paura ci porta a contestualizzare la paura e a non darle tanta importanza.

L’allegría armonizza l’anima?
Si, l’allegria armonizza tutte le altre emozioni perchè ci permette di processarle con innocenza, l’allegria mette le emozioni a contatto con il cuore e dà loro un cammino ascendente. Le canalizza perché arrivino al mondo della mente.

E la tristezza?
La tristezza è un sentimento che può portarti alla depressione quando ti raggomitoli dentro di lei e non la esprimi, ma può anche aiutarti. La tristezza ti aiuta a contattarti profondamente e a restaurare il controllo interiore. Tutte le emozioni “negative” hanno il loro aspetto “positivo”, diventano “negative” quando le reprimiamo.

E’ meglio accettare queste emozioni che consideriamo negative come parte di noi stessi?
Come parti da trasformare. Quando si accettano cominciano a fluire e non stagnano, solo così si possono trasmutare. Dobbiamo imparare a canalizzarle affinché arrivino dal cuore alla testa.
E’ difficile! Sì, è molto difficile. Realmente le emozioni basiche sono l’amore e la paura (che non è altro che assenza di amore), per cui tutto ciò che esiste è amore, in eccesso o in mancanza. Costruttivo o distruttivo. perché esiste anche l’amore che trattiene, che super protegge, l’amore tossico, distruttivo.

Come prevenire le malattie?
Siamo creatori, io credo che la miglior forma è creando salute. E se creiamo salute non dovremmo né prevenire le malattie, nè attaccarle, perchè saremo salute.

E se appare la malattia?
Dovremo accettarla perchè siamo umani. Anche Krishnamurti si è ammalato di un cancro al pancreas e non era certo una persona che viveva una vita disordinata. Molta gente di valore spirituale si è ammalata. È importante spiegarlo per tutti coloro che credono che ammalarsi è una forma di manifestare un fallimento. Il fallimento e l’esito sono solo due maestri, nient’altro. E quando sei un apprendista, devi accettare e incorporare la lezione della malattia nella tua vita. Sempre di più le persone sofforno d’ansia. L’ansia è un sentimento di vuoto, che spesso diventa un buco nello stomaco, una sensazione di mancanza d’aria. È un vuoto esistenziale che sorge quando cerchiamo fuori invece di cercare dentro di noi. Sorge quando ricerchiamo negli eventi esterni, quando cerchiamo stampelle, appoggi esterni, quando ci manca la solidità della ricerca interiore. Se non accettiamo la solitudine e non ci trasformiamo nella nostra propria compagnia, sperimenteremo questo vuoto e cercheremo di riempirlo con cose e con possessività. Ma siccome non si può riempire il vuoto con la materia, sempre di più aumenterà.
Cosa possiamo fare per liberarci da questa angoscia?
L’angoscia non passa mangiando cioccolato, o ingerendo un maggior numero di calorie, o cercando fuori un principe azzurro. L’angoscia termina quando entri dentro di te, ti accetti come sei e ti riconcili con te stesso. L’angoscia deriva dal fatto che non siamo quello che vorremmo essere, ma neppure quello che siamo e così rimaniamo nel “dover essere”, e non siamo né l’uno né l’altro.
Lo stress è un altro grande male dei nostri tempi.
Esso deriva dalla competitività, dal voler essere perfetti, voglio essere migliore, dal voler dare una nota che non è la propria, dal voler imitare. Si può competere solo quando decidi di essere la tua propria competenza, cioè, quando vuoi essere unico, originale, autentico, non una fotocopia di un altro.
Lo stress distruttivo pregiudica il sistema immunologico.
Ma un buono stress è meraviglioso perché ti permette di stare sveglio e all’erta  nei momenti di crisi, e poter approfittare di quei tempi come di opportunità per emergere ad un nuovo livello di coscienza.

Cosa ci raccomanda per sentirci meglio con noi stessi?
La solitudine. Stare con sé stessi ogni giorno è una meraviglia. Stare 20 minuti con sé stessi è l’inizio della meditazione; è tendere un ponte verso la vera salute; è accedere al proprio altare interiore, all’essere interiore.
La mia raccomandazione è puntare la sveglia 20 minuti prima per non rubare tempo alle vostre attività. Se dedichi, no il tempo che ti avanza, ma quei primi minuti del mattino, quando sei fresco e riposato a meditare, quel tempo ti ricaricherà, perché è proprio nella pausa che abita la potenzialità dell’anima.

Cos’è per lei la felicità?
E’ l’essenza della vita. E’ il senso della vita, ci incarniamo per essere felici, per nessuna altra ragione. Ma la felicità non è piacere, è integrità. Quando tutti i nostri sensi si consacrano all’essere, possiamo essere felici. Siamo felici quando crediamo in noi stessi, quando abbiamo fiducia in noi, quando ci raccomandiamo a un livello che trascende il piccolo io o il piccolo ego.
Siamo felici quando troviamo un senso che va al di là della vita quotidiana, quando non posponiamo la vita, quando smettiamo di muoverci, quando siamo sani e salvi con la nostra vita e con la nostra coscienza. Vivere il Presente.

E’ importante vivere nel presente? Come possiamo realizzarlo?
Quando ci rivoltiamo nell’essere e nel non tenere, lasciamo andare il passato e non ipotechiamo la vita e le aspettative del futuro. Per me la felicità si sposa con la realizzazione, e questa con la capacità di abitare la realtà. Vivere in realtà è uscire dal mondo della confusione.

Secondo lei siamo così confusi?
Abbiamo tre enormi illusioni che ci confondono.
Prima di tutto crediamo che siamo un corpo e non un’anima, mentre il corpo è solo lo strumento della vita e si spegne con la morte.  Secondo, crediamo che il senso della vita sia il piacere; ma più realizziamo il piacere più cerchiamo felicità, quindi più dipendenza. Piacere e felicità non sono la stessa cosa. Bisogna consacrare il piacere alla vita e non la vita al piacere. La terza illusione è il potere; crediamo di possedere il potere infinito di vivere.

Cosa abbiamo realmente bisogno per vivere? L’amore?
L’amore, così tradito, così portato, e così tanto calunniato, è una forza rinnovatrice. L’amore è magnifico perché crea coesione. Nell’amore tutto è vivo, come un fiume che rinnova sé stesso. Nell’amore la persona può sempre rinnovarsi, perchè l’amore mette ordine in tutto. Nell’amore non c’è usurpamento, né abbandono, non c’è paura, risentimento, perchè quando sei nell’amore, ogni cosa è al suo posto e tutto è in armonia.
Oggi, secondo la prospettiva umana, si associa l’amore con la debolezza, ma l’amore no è debole. Ci debilita quando sentiamo che qualcuno che amiamo non  ci ama. C’è una confusione nella nostra cultura. Crediamo che soffriamo per amore, che le nostre più grandi catastrofi sono causate dall’amore. Ma non è per l’amore, è per gli innamoramenti che sono una varietà degli attaccamenti. Quello che abitualmente chiamiamo amore è una droga. Come si dipende dalla cocaina, dalla marijuana o dalla morfina, si dipende dagli innamoramenti. È una stampella per appoggiarsi, invece di portare qualcuno nel cuore per liberarlo e liberarmi. Il vero amore ha un’essenza fondamentale che la libertà e sempre conduce alla libertà. 
Ma a volte ci sentiamo legati a un amore. Quando l’amore conduce alla dipendenza è eros. L’eros è come un fiammifero e quando lo accendi si consuma rapidamente, in due minuti ti stai già bruciando le dita. Ci sono tanti amori così, solo scintille. Anche se queste scintille possono servire per accendere la legna del vero amore. Quando la legna è accesa produce il fuoco. Quello è l’amore impersonale, quello che produce luce e calore.

Può darci qualche consiglio per attrarre un vero amore? 
Solo la verità. Abbi fiducia nella verità; non devi diventare la principessa dei sogni dell’altro, non devi essere né meno nè più di quello che sei. Hai un diritto sacro, quello di sbagliarti, e ne hai anche un altro che è quello di perdonare, perché l’errore è tuo maestro. Amati, sii sincera con te stessa e abbi considerazione per te stessa. Se tu non ti amerai non incontrerai nessuno che potrà amarti. L’amore produce amore. Se ti ami, incontrerai l’amore. Se no, il vuoto. Ma non cercare mai le briciole; questo è indegno per te. Quindi la chiave è amarsi. Amerai il prossimo come ami te stessa. Se non ti ami, non amerai Dio, né tuo figlio, perché ti stai attaccando, stai condizionando l’altro.
Accettati come sei; quello che non accettiamo non lo possiamo trasformare, e la vita è una corrente di trasformazione permanente.

Traduzione di Alessadra Comneno
 

 

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