25.02.2009
Tutti correntisti alla banca del tempo
Per un nuovo "mercato" dove il consumo diventa consapevole.
MILANO - Fino a oggi è stato un piccolo fenomeno di nicchia. Geniale, fantasioso, forse anche prezioso, ma delimitato entro confini netti. Per chiarirci: chi non ne faceva parte difficilmente lo conosceva e se ne aveva sentito parlare difficilmente sapeva spiegarlo. Poi, ed è la storia degli ultimi mesi, è arrivata la crisi. Bilanci faticosi, ricerca frenetica di nuove soluzioni di risparmio. E così, colpo di scena, la banca del tempo, a dieci anni esatti dalla prima esperienza milanese, si ritrova sotto i riflettori.
I segnali lasciano intuire che sempre più cittadini diventeranno correntisti di questa banca che emette assegni e spedisce estratti conto, ma non ha soldi in cassa perché l'unità di scambio è la prestazione. A Grazia Pratella, presidente del coordinamento milanese e vicepresidente nazionale, brillano gli occhi. «Forse ci siamo — ammette — da anticipatori a protagonisti». E snocciola dati: «Dieci per cento di incremento in tutte le sedi, 13 in città e 20 in provincia, per un totale di più di 3.500 soci (ma sono almeno tre volte tanti perché per ogni nucleo familiare si iscrive una persona ma agli scambi partecipano tutti) e picco di crescita fra i giovani, attirati grazie all'impegno nell'informatizzazione che ha portato le bdt nel web».
La formula? Semplice: «Le banche del tempo hanno rimesso in moto la sana abitudine all'aiuto reciproco, quei piccoli favori che in passato ci si scambiava fra vicini e che nel Terzo millennio si istituzionalizzano, così anche chi va di fretta o teme di invadere il privato degli altri, si sente incoraggiato e spinto a darsi da fare». A fare cosa? «Niente di geniale, per carità — risponde Luigi Tomasso, ex direttore Inps, che sta sistemando le ante della cucina di una socia in cambio di una cena per lui e la moglie — ma gli scambi mettono in moto relazioni che in una città disgregante sono essenziali». Renato Dosualdo, 64 anni, pensionato, nella banca «Solo Tempo» di Bresso da 8 anni, racconta di aver riparato tapparelle e biciclette a tantissimi soci e in cambio di essersi fatto ricucire la tomaia di un paio di scarpe, aggiustare un phon e insegnare l'uso del decoder per la tv.
Spiega la trentaduenne Valentina Bellinasio, danzaterapeuta, che fa parte di una banca del tempo in zona Niguarda: «Mi chiamano per lo shiatsu, le lezioni di ballo e la lettura di fiabe ai bambini, mentre io chiedo lavori di falegnameria e consulenze burocratiche». «Prima o poi ci accuseranno di favorire il lavoro nero» scherza Tomasso, che ha appena scritto una «Guida pratica alle BdT» (Pixel), in stampa in questi giorni, una sorta di vademecum giocoso per chi cerca di orientarsi (dagli indirizzi di tutta Italia ai consigli per aprire una sede). «Ma il Pil nazionale non si sposta per cinquanta orli e cento torte — prosegue — mentre nell'economia di una famiglia questi favori scambiati hanno un peso fondamentale». Ma niente volontariato, solo scambio alla pari. «È una regola aurea— conclude Grazia Pratella — l'altra è che gli scambi, di qualsiasi natura, hanno sempre lo stesso valore».
Coordinamento milanese: via dei Transiti 21, tel. 02.26.18.006 mart., merc., giov., 10-12 su app. www.banchetempo.milano.it
Articolo tratto da " Il corriere della sera"
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